Negli ultimi anni, le truffe online sono diventate sempre più sofisticate e mirate, grazie all’abilità dei criminali informatici di sfruttare le paure e le lacune conoscitive delle loro vittime. Tra queste, una delle più insidiose è quella delle false convocazioni giudiziarie, una truffa che gioca sulla credibilità delle autorità per ingannare e intimidire le persone.
Questa truffa si basa su messaggi falsi che sembrano provenire da enti ufficiali come la polizia o il sistema giudiziario. I truffatori usano loghi istituzionali e riferimenti a figure autorevoli, spesso citando il nome del Capo della Polizia come responsabile del reparto “cybercrime”, per dare maggiore credibilità alle loro comunicazioni.
Nei falsi avvisi, le vittime vengono informate di essere coinvolte in indagini su gravi reati, come pedopornografia, e minacciate con conseguenze legali severe, come l’arresto o l’iscrizione in registri inesistenti. Il panico generato spinge le vittime a reagire impulsivamente, mettendosi in contatto con i truffatori e accettando di pagare somme di denaro per “risolvere” la situazione.
Per proteggersi da questa truffa è fondamentale saper riconoscere i segnali distintivi:
•Messaggi apparentemente autentici: usano loghi ufficiali e riferimenti legali per sembrare legittimi.
•Accuse gravi e minacce: le vittime sono accusate di crimini gravi e minacciate con conseguenze legali.
•Richiesta di pagamento: i truffatori chiedono denaro per evitare presunti procedimenti giudiziari.
La Polizia Postale avverte che nessuna forza di polizia richiede pagamenti o dati personali tramite email o SMS. Per difendersi:
1.Mantenere la calma: non farsi prendere dal panico e analizzare attentamente il messaggio ricevuto.
2.Non rispondere: ignorare il messaggio e non seguire le istruzioni contenute, come cliccare su link o scaricare allegati.
3.Segnalare alle autorità: rivolgersi alle autorità competenti per segnalare la truffa.