Newsletter_6 del 17.06.2017
17 Giugno 2017
in | Azione 6 | Progetto 2017
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Casa per le vacanze: come evitare le truffe
Il 65% degli italiani (72% dei millennials) cerca attraverso Internet una casa in affitto per le vacanze. Lo dice una ricerca Doxa secondo cui, sebbene molti abbiano sentito parlare delle “case fantasma”, più di un terzo degli intervistati consiglierebbe comunque ad amici e parenti di utilizzare un sito per la ricerca e il 46% della popolazione italiana trova un immobile (casa singola o appartamento) dove trascorrere le vacanze.
Per evitare le truffe, la Polizia Postale e Subito.it hanno messo a punto cinque semplici regole:
1. Verificare l’esistenza della casa attraverso i principali motori di ricerca disponibili in Rete. Ad esempio, con Google Immagini è possibile verificare se le foto nell’annuncio sono vere o sono state copiate/incollate da altri siti (basta trascinare o copiare e incollare l’immagine), mentre con Google Maps è possibile avere la visione “satellitare” per verificare il luogo in cui si trova l’immobile;
2. Paragonare sempre il prezzo della casa a quello di altri annunci e chiedere ulteriori informazioni all’inserzionista oltre a quelle presenti nell’annuncio;
3. Versare una caparra non superiore al 20% del totale (prezzo medio di mercato) solo nel momento in cui si è già verificato l’annuncio e contattato l’inserzionista;
4. Utilizzare sempre metodi tracciabili (IBAN italiano che inizi per IT, PayPal, Hype di Banca Sella) e non effettuare pagamenti su carte ricaricabili o con servizi di trasferimento di denaro;
5. Verificare ulteriormente l’origine dell’IBAN tramite i cosiddetti “IBAN calculator” disponibili in Rete, che mostrano se l’IBAN inserito è valido assieme ad altre informazioni utili.
Anche in caso di acquisto online di beni, è bene ricordare che è consigliabile affidarsi a negozi online certificati per evitare i rischi di “essere indirizzati” su siti truffaldini o siti clone che potrebbero catturare i dati finanziari e personali inseriti per completare l’acquisto (phishing).
Nel caso in cui, nonostante le dovute precauzioni, ci trovassimo a subire una truffa, la prima cosa da fare sarebbe esporre denuncia (allegando tutte le eventuali prove) alla polizia postale e delle comunicazioni, quale sezione della polizia di stato specializzata nell’azione di prevenzione e contrasto della criminalità informatica.
Proprio sul sito della polizia postale e delle comunicazioni è indicato l’elenco dei recapiti dei suoi uffici regionali, cui è possibile rivolgersi nel caso si sia subito un illecito informatico. Si ricorda che la denuncia può essere anche effettuata preliminarmente via web, sempre sul sito della polizia postale (che in tal caso rilascerà una ricevuta ed un numero di protocollo), per poi essere confermata entro 48 ore nell’ufficio di polizia prescelto all’atto della denuncia online. Ovviamente in alternativa la denuncia potrà essere proposta in qualsiasi sede di polizia o stazione dei carabinieri, che provvederà a sua volta ad inoltrare la stessa all’ufficio competente.
Si ricorda che sarà possibile richiedere anche l’immediato sequestro del sito o della casella mail pericolosi, per evitare che la truffa si ripeta e si diffonda.
In seguito prenderà avvio un giudizio penale, in cui l’imputato, se riconosciuto colpevole, sarà condannato a un risarcimento del danno. Rimane comunque aperta la possibilità di promuovere anche un’azione di risarcimento del danno in sede civile. Tuttavia, molto spesso la strada per il risarcimento appare tortuosa: ciò è determinato dalla difficoltà di individuare il responsabile, trattandosi frequentemente di soggetti avvezzi al mestiere e quindi abili nel nascondere possibili tracce che riconducano alla loro persona.
“Realizzato nell’ambito del Programma generale d’intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2015”