L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha avviato un’indagine su Enel per accertare eventuali pratiche non corrette relative alla comunicazione delle nuove condizioni economiche. Al centro dell’attenzione dell’indagine vi è la segnalazione di diversi utenti riguardo alla ricezione delle email contenenti le modifiche contrattuali, le quali sarebbero state erroneamente indirizzate alla cartella dello spam.

Secondo l’Agcm, questa situazione potrebbe essere stata orchestrata intenzionalmente da Enel per nascondere le comunicazioni cruciali riguardanti le condizioni contrattuali. Si sospetta che Enel abbia utilizzato parole chiave o strutture di frasi specifiche per far sì che le email fossero intercettate dai filtri antispam, privando così i clienti della possibilità di esercitare il loro diritto di recesso entro i termini di legge, pari a 60 giorni.

La quantità di denunce ricevute dall’Antitrust evidenzia l’ampiezza della questione, con oltre 600 segnalazioni da parte di consumatori e microimprese a partire dal gennaio 2024. I reclami riguardano un significativo aumento dei costi nelle bollette energetiche, con alcuni utenti che si trovano ad affrontare esborsi quadruplicati o quintuplicati rispetto agli anni precedenti.

Questa non è la prima volta che Enel viene sotto osservazione da parte delle autorità di controllo. Lo scorso novembre, l’Agcm aveva inflitto sanzioni per oltre 15 milioni di euro a Enel Energia e ad altre cinque società per pratiche commerciali aggressive. In particolare, Enel ed Eni erano state multate per aver unilateralmente modificato i prezzi di fornitura senza informare adeguatamente i consumatori.

Le implicazioni di questa situazione sono enormi, con un potenziale risarcimento di oltre un miliardo di euro ai consumatori italiani, secondo le dichiarazioni del presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli. Questo caso solleva ulteriori dubbi sul passaggio obbligatorio al mercato libero dell’energia, evidenziando che tale transizione non ha portato alla sperata concorrenza sui prezzi, ma ha piuttosto favorito politiche più aggressive da parte delle compagnie energetiche.

Le parole del presidente dell’Autorità per l’Energia, Stefano Besseghini, confermano queste preoccupazioni, indicando che i clienti del mercato libero potrebbero trovarsi a pagare fino a 5 centesimi in più al kilowattora rispetto a quelli del servizio di maggior tutela.