Di seguito proponiamo il comunicato ufficiale di U.Di.Con Emilia-Romagna, sulla questione delle piscine aperte al pubblico in piena zona rossa in regione.

PISCINE ‘FUORILEGGE’ NONOSTANTE I DIVIETI, SEGNALAZIONI ANCHE A MODENA E BOLOGNA

UDICON: “SDEGNO E AMAREZZA, CI ASPETTIAMO SANZIONI DURISSIME”

Una scappatoia inaccettabile. U.Di.Con. Emilia-Romagna denuncia una condotta scorretta di alcune piscine della provincia di Modena e Bologna, che in barba alle regole ancora più stringenti, starebbero aggirando le attuali norme permettendo l’ingresso anche agli atleti che non devono partecipare a competizioni di rilevanza nazionale. “Diverse aree della regione sono entrate in zona rossa. Questo significa che la situazione è in peggioramento e viene richiesto un ulteriore sforzo a tutti nel rispettare le ordinanze. Alla luce di ciò – sottolinea U.Di.Con.  – fa giustamente innervosire e arrabbiare la notizia, arrivata ai nostri sportelli da parecchi genitori, che diverse piscine o centri sportivi, che dovrebbero rimanere chiusi al pubblico se non per atleti di rilevanza nazionale (nell’ottica di mantenere l’allenamento per le competizioni importanti), utilizzino una scappatoia per permettere l’ingresso a tutti o quasi”.

Nella pratica – spiegano dall’associazione – “succede che qualsiasi utente possa venir ‘trasformato’ in un atleta nazionale, permettendogli così di aggirare l’obbligo di legge. Tralasciando lo sdegno per questo genere di furberie, che risulta ancora maggiore se si considera la contestuale chiusura delle scuole, l’intero procedimento è ovviamente illegittimo.  Dobbiamo ancora una volta far fronte a chiusure e peggioramento dei colori, ma se nel farlo, poi, c’è chi si disinteressa della salute pubblica, allora i controlli dovranno essere serrati e le eventuali sanzioni durissime”.

Queste pratiche scorrette non fanno che esasperare un quadro già di per sé complesso, con una buona fetta di popolazione costretta a un’altra fase di ‘passione’ e sacrifici. “Le scuole chiuse – aggiunge U.Di.Con. Emilia-Romagna – causano difficoltà organizzative e spesso economiche alle famiglie,  non è quindi tollerabile che questi ulteriori sforzi  siano vanificati dal comportamento scorretto di pochi, in questo caso alcune piscine. Contestualmente occorre che lo Stato e gli enti territoriali accelerino la campagna vaccinale. Al contempo noi cittadini siamo comunque chiamati al rispetto delle norme che vengono emanate. Cerchiamo, a maggior ragione in questo momento, di considerare quali potrebbero essere le conseguenze delle nostre azioni sulla tutela della salute collettiva”.