Nel 2023 in Italia la spesa media annua per i consumi alimentari delle famiglie è stata di 2.738 euro, registrando un incremento del 4,3% rispetto al 2022. Tuttavia, considerando un tasso d’inflazione del 5,9%, in termini reali si è verificata una contrazione dell’1,5% nel potere d’acquisto reale (dati Istat). Nel medesimo anno in analisi, ogni cittadino italiano ha speso in media 239 euro al mese in generi alimentari. Considerando che nel nostro Paese circa il 50% delle famiglie dispone di un reddito netto medio di 28.000 euro, risulta che la spesa di cibo incide per circa il 30% del budget familiare, da cui l’importanza di strategie efficaci per ottimizzare le spese alimentari. Per gestire al meglio il budget destinato agli alimenti, è consigliabile adottare alcune semplici pratiche.

 

In cima alla lista c’è la pianificazione dei pasti: stabilire in anticipo cosa e quanto mangiare di settimana in settimana consente di acquistare solo gli ingredienti necessari, riducendo al minimo gli sprechi e le spese superflue, ovvero il rischio di deperimento e conseguente inutilizzo dei prodotti freschi.

 

Occorre inoltre fare un buon lavoro preparatorio prima di uscire di casa: redigere la vecchia, cara e il più possibile dettagliata lista della spesa, prima di recarsi al supermercato o al punto di acquisto, aiuta a focalizzarsi sui prodotti indispensabili, evitando spese impulsive.

 

Attrezzarsi poi per un puntuale confronto dei prezzi: utilizzare volantini promozionali e applicazioni sugli smartphone permette di individuare le offerte migliori tra diversi punti vendita. Per i meno avvezzi, inoltre, si ricorda di confrontare sempre il prezzo al chilo dei prodotti confezionati, e mai fermarsi a una apparente convenienza: di solito le confezioni più piccole hanno un prezzo al chilo più alto.

 

Scegliere prodotti stagionali: frutta e verdura di stagione garantiscono non solo freschezza ma anche prezzi più competitivi. Alimentarsi con un occhio al calendario è anche un buon gesto per l’ambiente, perché ciò che arriva da lontano ha consumato più carburante ed emesso più CO2.

 

Preferire i marchi del distributore: i prodotti a marchio del distributore spesso offrono qualità comparabile ai brand noti, ma a costi inferiori.

 

Riflettere sugli acquisti all’ingrosso: per prodotti non deperibili e per famiglie numerose, l’acquisto in grandi quantità può risultare più economico nel lungo periodo. Anche in questo caso, tuttavia, attenzione al rischio scadenza in dispensa.

 

Evitare prodotti preconfezionati: preparare cibi in casa, partendo da materie prime di base, riduce i costi associati ai prodotti già pronti, aumenta la salubrità dei pasti, che quindi diminuisce i costi in cure mediche a lungo termine.

 

Scegliere bene il punto vendita: la tipologia del punto vendita influisce significativamente sul budget alimentare. Dalle ricerche emerge che orientarsi verso le più note catene di discount può comportare un risparmio annuo compreso tra 1.600 e 2.600 euro per una famiglia media, e questo si traduce in un risparmio mensile che varia da circa 133 a 217 euro.

 

La gestione oculata delle spese alimentari è quindi fondamentale per mantenere l’equilibrio del budget familiare, soprattutto in un contesto economico caratterizzato da inflazione e generale aumento del costo della vita.

 

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