Le truffe online legate ai conti correnti sono in crescita, con modalità sempre più sofisticate che mettono a rischio la sicurezza dei risparmi dei consumatori. Tuttavia, la legge offre tutele importanti, e in molti casi la banca è obbligata a risarcire i danni subiti.
Le truffe online si basano su tecniche come phishing, vishing e spoofing, che sfruttano l’ingenuità o la distrazione degli utenti per accedere ai conti correnti. Le modalità più diffuse includono:
•Link malevoli: email o messaggi che reindirizzano a siti falsi dove l’utente inserisce le proprie credenziali.
•Falsi operatori bancari: chiamate che richiedono dati sensibili con la scusa di un problema di sicurezza.
•Truffe del pacco: messaggi che invitano a pagare per sbloccare una presunta consegna.
L’obiettivo è sempre lo stesso: accedere ai conti delle vittime e prelevare somme di denaro. Purtroppo, recuperare le somme sottratte è spesso complesso, specialmente se i truffatori operano dall’estero.
Quando la banca è obbligata a rimborsare?
In base alla normativa europea (direttiva PSD recepita in Italia con il D.Lgs. n. 218/2017), le banche devono adottare sistemi di sicurezza adeguati, come l’autenticazione a due fattori (SCA). Se una transazione fraudolenta avviene nonostante tali misure, la banca può essere ritenuta responsabile e obbligata a risarcire il cliente, a meno che:
1.Non dimostri di aver rispettato gli standard di sicurezza.
2.Il cliente non abbia agito con dolo o colpa grave, ad esempio fornendo volontariamente le proprie credenziali.
È importante sapere che, in caso di contestazione, spetta alla banca provare che il cliente ha agito in modo negligente.